Lo storico magazziniere del Napoli Starace ha parlato a Fanpage, raccontando la sua storia nel Napoli, che dura da oltre 40 anni.
l magazziniere del Napoli, ha trascorso oltre quattro decenni nella società azzurra, vivendo in prima persona epoche differenti.
Starace è l’unico ad aver assistito dall’interno a tutte e quattro le vittorie in campionato.
Nel tempo è diventato un volto amatissimo da calciatori, allenatori e sostenitori, un riferimento umano in un mondo calcistico sempre più frenetico.
Ai microfoni di Fanpage.it ha condiviso memorie, racconti e episodi di una lunga vita passata tra le mura dello spogliatoio del Napoli.
“Sono felice perché ho vissuto una storia molto bella. Ho fatto un lavoro che mi è piaciuto dal primo momento e l’ho sempre fatto con amore.
In 40 anni non ho mai fatto un giorno di festa per mia volontà: sono sempre stato lì, presente.
È stato un periodo molto bello ma anche difficile.
Quando c’è stata la retrocessione in Serie B del 1997 ho sofferto, ho pianto per il Napoli.
Porto ancora un segno particolare sulla mano, è il segno di quella partita maledetta a Firenze in cui il Napoli perse 5-0.
Lì ho dato un pugno nella porta dello spogliatoio. Mi son trovato io con tre punti e non il Napoli.”
Poi ha parlato del suo celebre caffé e di qualche aneddoto:
“Il mio caffé è diventato celebre quando i ragazzi hanno iniziato a berlo con il cuore.
All’inizio sono sempre tutti un po’ dubbiosi.
A Sarri tra un esercizio e un altro gli preparavo il caffè, quando lui si fermava io entravo in campo e glielo portavo.
Ne beveva 4 o 5 al giorno, come minimo.
Spalletti invece aveva un po’ timore di bere il caffè perché aveva paura di iniziare a fumare, quindi ne beveva poco.
Anche Conte lo beve, ma con moderazione.
Sullo Scudetto vinto:
“Io ci ho sempre creduto dal primo giorno, perché la squadra c’era.
Dal primo momento ho detto: se non vinciamo quest’anno, non lo vinceremo mai un altro Scudetto.
Conte poi era l’allenatore che serviva a Napoli.”
Tommaso Starace: “Gattuso è una persona immensa”
Tommaso Starace ha proseguito parlando del rapporto con alcuni allenatori passati a Napoli
“Quando Spalletti ha lasciato il Napoli è arrivato Rudi Garcia, che invece di continuare il suo lavoro lo ha sminuito.“
Continuando con l’ammutinamento con Ancelotti:
“Nel l’intervista nel pre-partita il mister disse: ‘Noi non andiamo in ritiro’.
Io ero a casa con mia moglie e dissi: ‘Ma che sta dicendo?’.
Non puoi permetterti di dire una cosa del genere.
È normale che il calciatore dopo si sente protetto.
Poi cosa succede? Lui che aveva detto che non sarebbe andato in ritiro, ci è andato, e i calciatori no.”
Durante il periodo del Covid ci fu un bel gesto dei giocatori.
“In quel momento di difficoltà noi non potevamo lavorare e quindi non potevamo essere pagati, ma Gattuso e i calciatori organizzarono una colletta affinché noi tutti dello staff potessimo guadagnare qualcosa.
È stato un gesto stupendo. Gattuso è una persona immensa.
Ha sempre trattato tutti con il sorriso e con la gioia di vivere. Pretendeva tanto, ma se davi anche lui restituiva.”
Sul rapporto con Mertens
“È sempre stato un ragazzo molto umile e senza ‘cazzimma’. Benitez l’ha portato a Napoli e con Sarri poi ha fatto ciò che ha fatto. “
Il balletto con lui è nato sul momento.
Quell’anno chiudemmo a 91 punti punti e con uno Scudetto perso un po’ così, in maniera strana, rocambolesca.”
Sul trasferimento di Higuain alla Juve:
“Higuain non voleva andare alla Juventus. Ma l’offerta della Juventus non si poteva rifiutare, fu enorme.
Purtroppo i contratti sono quelli che valgono e tu non ti puoi dire: “No, io non vado alla Juve”.
Il rapporto stupendo con Maradona
“Solo nominarlo mi fa venire i brividi. Ha fatto capire al popolo napoletano cosa vuol dire vincere uno Scudetto, come si affronta il divario tra il nord e il sud.
Vi racconto un aneddoto: Diego ci ha portato al suo matrimonio in Argentina. Eravamo 350 persone dall’Italia, ci ha caricati tutti su un aereo.
C’erano politici, personaggi dello spettacolo, e c’ero anche io con mia moglie. Nessuno avrebbe mai fatto una cosa simile. “
“Prima della sua morte venne a Napoli, eravamo al centro sportivo di Castel Volturno e quando mi vide mi disse:
“No, stasera devi venire con me a Roma, dobbiamo fare una festa e ti voglio lì”.
“Purtroppo il personaggio Maradona era un po’ ingestibile. Chi gli è stato vicino non ha fatto tutto evitare che andasse così.
Lo hanno sempre e solo portato allo sbaraglio. Se un padre vede un figlio non in perfette condizioni, cosa fa? Lo porta dal miglior medico.
E così andava fatto con lui. Lui ha sempre avuto tutto, ma forse nessuno lo ha realmente aiutato. Lo hanno solo sfruttato.
Diego nel 1994 era ancora giovane, dovevano farglielo capire e portarlo a guarire. Gliel’hanno fatta pagare per una serie di cose, anche perché lui era chiaro con tutti.
Quando parlava, anche se non era pienamente in sé, diceva tutto senza peli sulla lingua.”
Vorrei che ricordassero di me l’umiltà. È quello che dico a tutti, ai ragazzi, ai miei figli. Bisogna essere umili, e non gelosi, perché la gelosia non serve a nulla.
Sul suo sogno nel futuro:
“Fra pochi mesi ci saranno i 100 anni della società e sarebbe bello viverli vincendo la Coppa dei Campioni.”
Foto: Instagram Tommaso Starace