Intervistato dalla Gds, la bandiera nerazzurra Maicon si è espressa su Cristian Chivu, ex compagno di reparto e nuovo allenatore dell’Inter
Tra le iconiche colline di LA prende forma la nuova Inter targata Cristian Chivu. Nella città del cinema per antonomasia, lì, all’ombra della scritta Hollywood, ha inizio la saga che vede l’ex difensore romeno tornare in nerazzurro. Questa volta però in una nuova veste. Il caschetto da guerriero sarà sostituto da giacca e cravatta, ma l’animo combattivo di Chivu non è di certo andato in pensione.
Il sogno americano dell’Inter parte da UCLA, il celebre college che ospita Lautaro e compagni durante questo mondiale per Club. Competizione che servirà a rompere il ghiaccio e che ci darà una prima infarinatura sul nuovo formato del Biscione.
Le parole di Maicon
Nel frattempo anche Maicon, tra un Caipirinha e l’altro, ha deciso di fare tappa a Los Angeles per osservare da vicino l’operato dell’ex compagno di reparto. Il brasiliano non ha dubbi: “Chivu è l’uomo giusto. Io sono di parte per tutto quello che abbiamo vissuto insieme e non posso che augurargli il meglio, ma penso davvero che abbia le doti umane e professionali per iniziare un nuovo percorso vincente”.
In campo era abituato a difendere. Ora però Chivu deve cambiare ruolo. Dopo una stagione da zero titoli bisogna andare all’attacco per collezionare nuovi trofei. Un inizio in salita ma che secondo Maicon non preoccupa il nuovo tecnico nerazzurro: “Certamente, davanti ha un lavoro durissimo, non è facile perché il dolore dopo la finale di Champions è enorme. Io ne so qualcosa perché sono passato dal 7-1 con la Germania in un Mondiale in casa… Ma se c’è una persona che sa come rialzarsi nelle difficoltà, quella è Cristian Chivu“.
A Milano il romeno è stato accolto dalla pioggia. Ma non dalla classica pioggia milanese. Bensì da una pioggia di scetticismo. In tanti hanno dato peso alla poca esperienza: sono solo 12 le panchine in Serie A nel curriculum Chivu. Tuttavia Maicon la pensa diversamente: “Da calciatore vedeva il gioco in maniera diversa, pensava già da tecnico. A Parma ha fatto molto bene, e poi grazia ai molti allenatori che ha conosciuto ha maturato una grande esperienza. Ad esempio da Mourinho ha imparato a gestire un gruppo. Per me l’esperienza a certi livelli non esiste, esiste un percorso da compiere insieme ai giocatori, giorno dopo giorno”.
