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Inter, nuovo allenatore, vecchio modulo: è l’alba di un’altra era?

Inter, è l'alba di una nuova era?

Dopo il ciclo vincente di Simone Inzaghi, l’Inter ha scelto di puntare su un allenatore che condivide lo stesso sistema del piacentino.

Quello che si è concluso con l’inaspettato e altrettanto doloroso 0 a 5 di Monaco, utile a sancire la seconda sconfitta in finale di Champions dell’Inter negli ultimi tre anni, dopo quella di Istanbul contro il Manchester City, è stato di sicuro un ciclo positivo per i nerazzurri.

Nonostante nell’ultima stagione, infatti, Inzaghi, pur sfiorando il raggiungimento di tutti i trofei possibili, non è riuscito ad agguantarne nemmeno uno, è impossibile non osservare come la sua parentesi sulla panchina meneghina sia stata sicuramente assai buona.

In quattro anni, l’Inter si è imposta in ogni campionato, tranne quello dominato dal Napoli nel 2023, come una squadra difficilissima da battere, grazie ad una rosa dal valore maggiore rispetto a quelle delle avversarie e ad un sistema di gioco più che rodato, studiato con abilità dal tecnico piacentino.

Quest’ultimo aspetto, considerabile di certo come un grande punto di forza della banda nerazzurra, nell’ultimo periodo si è rivelato essere, talvolta, anche un evidente tallone d’Achille, se è vero che Lautaro e compagni sono spesso andati in difficoltà quando, costretti da infortuni o altre problematiche, hanno dovuto adeguarsi ad un altro schieramento tattico.

Il 3-5-2 “inzaghiano”, difatti, è diventato un marchio di fabbrica talmente potente da divenire quasi indelebile, impossibile da dimenticare o da modificare in qualche maniera.

La scelta di Christian Chivu come nuovo allenatore dell’Inter, dunque, visto e considerato che, nelle tredici partite trascorse alla guida dei ducali, il rumeno ha preferito quasi sempre optare anche lui per lo stesso modulo, rischia di non ovviare alla poca flessibilità tattica dei calciatori nerazzurri.

Sempre la stessa Inter?

Il Parma di Pecchia, fino alla metà della stagione, appariva a tutti come una squadra divertente e molto intrigante, dotata di un calcio offensivo e di calciatori dalle spiccate qualità tecniche, in grado di salvarsi senza troppi patemi.

Il trascorrere del campionato, invece, ha dimostrato come fosse assolutamente necessario un avvicendamento alla guida dei crociati e, di conseguenza, è impossibile non dare atto a Chivu di aver compiuto un ottimo lavoro come allenatore del Parma, a cui, alla fine, ha regalato la permanenza in A.

Tredici partite alla guida di una piccola del nostro campionato, però, sono un curriculum, secondo il parere di chi scrive, un po’ troppo modesto per meritarsi la panchina della squadra probabilmente più forte del paese e, di conseguenza, il sospetto che sopraggiunge è che il rumeno finirà per mantenere l’assetto della sua nuova squadra identico a quella di Inzaghi.

I possibili acquisti di Bonny o Hojlund, difatti, non andrebbero assolutamente a stravolgere il già citato 3-5-2, rinforzando solamente il reparto avanzato, apparso un po’ carente, soprattutto a livello di panchina, durante la scorsa annata.

E’ lecito, di conseguenza, aspettarsi che l’Inter non cambierà faccia, ma, al contrario, tenterà di ricavare ancora qualcosa da questo assetto di gioco, sperando che la sua magia non si sia esaurita all’Allianz Arena due settimane fa, quando il PSG mise la parola fine all’era di Inzaghi.

Questa, però, per rispondere al quesito posto nel titolo di questo articolo, rischia seriamente di non essersi assolutamente conclusa e, aldilà dei suoi aspetti positivi, ciò non è poi questa grande notizia.

Foto: facebook Inter.

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