Il nome di Vincenzo Italiano, dopo la finale di Coppa Italia, è diventato uno dei più caldi a livello di mercato: sta ora a lui scegliere.
Una delle espressioni più usate dai preti e dai sacerdoti, ma in generale dalla gran parte dei componenti della Chiesa, quando si parla del peccato, è quella che, presentata in maniera leggermente diversa nel “Padre Nostro”, recita in questa maniera: “Non cadere in tentazione”.
Con questa frase, lo scopo dei cattolici è quello di ammonire il fedele dal seguire il Demonio, il quale, secondo la teologia cristiana, sarebbe il colpevole dei misfatti che quotidianamente compiamo involontariamente, essendo sospinti dalla malefica mano del padrone dell’Inferno.
Senza voler risultare blasfemi e senza voler tantomeno addentrarci in questioni di stampo mistico-religioso, questa affermazione ci serve, o meglio, è utile al sottoscritto per dare un avvio a questo articolo, il quale si propone di analizzare i motivi secondo cui sarebbe maggiormente conveniente per Vincenzo Italiano rimanere sulla Via Emilia, nella città che gli ha regalato il primo trofeo della sua giovane carriera di allenatore.
Ho scelto di utilizzare questa affermazione non tanto per esaltare o, al contrario, prendere in giro la religione cattolica, assolutamente, ma solo e soltanto poiché la situazione era perfetta per inserire la frase citata, se è vero che, al momento, il principale tentatore del tecnico siciliano è proprio … il Diavolo.
Un Italiano vero
Uno dei maggiori capi d’imputazione rivolto ai dirigenti del Milan e, al tempo stesso, una fra le cause ritenute più impattanti nella brutta stagione rossonera è stato la carenza nell’organico di un enclave italiano, sia a livello di calciatori che di componenti dell’area tecnica.
Dopo il primo Europeo della storia disputato dalla Nazionale senza nessun giocatore nostrano, in molti si sono accorti di come al club di Cardinale mancasse disperatamente un’anima italica al suo interno, la quale, aldilà degli inutili sentimentalismi, tende, in un campionato come il nostro, a risultare importante.
Si spiega così perché il Milan vorrebbe ingaggiare Vincenzo Italiano come nuovo tecnico? Che lo stia facendo per la nazionalità? O solo per il cognome? Non è dato sapersi, ma viste e considerate alcune delle scelte compiute dalla dirigenza meneghina durante quest’annata, il dubbio è quantomai forte, soprattutto se si discute del secondo interrogativo…
A parte l’ironia, i rossoneri sono disperatamente in cerca di un tecnico che possa ricreare, oltreché la già citata identità italiana, anche un progetto solido, in grado di cancellare la bruttissima stagione che si concluderà fra una settimana e, immediatamente, ripartire con il piede giusto.
Il tecnico del Bologna, ammirato in azione poco meno di una settimana fa durante la dolorosissima finale persa contro i felsinei, piace molto ai milanisti sotto svariati punti di vista, primo fra tutti quello dello stile di gioco che propone, senza snaturarsi mai al variare delle squadre che lo accolgono.
Italiano predilige un calcio offensivo e ama tenere alta la linea difensiva, facendo sì che tutti i suoi dieci calciatori di movimento pressino alto sui portatori di palla avversari, ma, allo stesso tempo, è molto maturato anche sotto il profilo della fase difensiva, suo antico tallone d’Achille.
La sua, dunque, non può che essere una pista molto calda.
Il futuro è Bologna
La storia recente del Bologna, ma in generale del nostro campionato, che in questa stagione avrebbe dovuto conoscere l’ascesa ai massimi sistemi calcistici di un nuovo e rivoluzionario allenatore, ci ha insegnato che spesso la pazienza e, soprattutto, la capacità di saper valutare con il giusto equilibrio sono due doti fondamentali nel calcio.
Di conseguenza, da appassionato che ammira Vincenzo Italiano e ciò che è riuscito a costruire in questi mesi, la situazione che si sta delineando all’orizzonte mi ricorda sinistramente uno scenario già visto in fotocopia lo scorso anno, identico in tutto e per tutto tranne che per due o tre protagonisti.
Sembra, difatti, tutto già scritto: un allenatore emergente, dopo aver condotto un’ottima stagione con una squadra di media classifica, regalandole un trofeo, o, nel caso del predecessore, un piazzamento molto prestigioso, che mancava da alcune ere geologiche, si tira addosso le attenzioni di una big in cerca di rilancio.
L’anno scorso il corteggiamento della Juventus andò a buon fine e, celebrato come il miglior allenatore dell’intera Serie A, Thiago Motta è approdato alla Continassa, pronto a costruire un grande futuro per la Vecchia Signora, il quale, alla fine è durato solo nove mesi, prima che la dirigenza bianconera cambiasse drasticamente idea.
Italiano, dunque, osservando ciò che è successo al suo predecessore, dovrebbe, secondo il parere del sottoscritto, riflettere bene sull’idea di cambiare città e squadra, se è vero che, qualora accettasse veramente la potenziale proposta rossonera, rinuncerebbe a proseguire un percorso il quale, visto ad oggi, appare appena iniziato ed in grado di restituire ancora molte soddisfazioni.
Non c’è bisogno di abbandonare questa città, questi tifosi e, soprattutto, questo club, che si è tanto fidato del siciliano. E’ necessario avere tanta pazienza, confidando che il futuro porti i riconoscimenti che Vincenzo saprà meritarsi.
Foto: facebook Bologna FC.