Una stagione disastrosa, una squadra allo sbaraglio e una dirigenza incapace: in casa Milan serve la rivoluzione immediata.
La crisi Milan ha raggiunto il suo apice. L’ennesima delusione stagionale ha chiuso la porta ad ogni alibi e ha fatto definitivamente straboccare il vaso.
Nel mare di critiche piovute in questi giorni, la dirigenza rossonera non è riuscita nemmeno a gettare l’ancora di salvataggio, mostrandosi inadatta e affondando miserabilmente.
Il disastro Milan
I rossoneri sono stati artefici di una stagione fallimentare, la peggiore dell’era post-covid: eliminazione nei Play-Off di Champions League, ottava posizione in classifica e sconfitta in finale di Coppa Italia.
La Supercoppa Italiana, vinta a Ryad lo scorso gennaio, rappresenta l’unico scaffale in ordine di un archivio scompigliato.
E pensare che proprio il trionfo in terra araba doveva essere il trampolino di lancio. Il Milan ha però deciso di non saltare ed è rimasto con i piedi per terra.
Caos
La parola Caos etichetta alla perfezione la situazione attuale dei rossoneri. Il caos è un carattere intrinseco al Milan. Dalla società si è riflesso sulla squadra, che spesso si è dimostrata un “mappazzone” di individualità.
Il progetto instaurato da Furlani & co non ha né capo né coda: attualmente il Milan ha dimenticato la sua storia. E non è colpa dell’amnesia, ma di un’organizzazione societaria che brancola nel buio, tanto da non avere un volto nemmeno nelle interviste pre e post partita.
Sia Fonseca che Coincencao non sono riusciti ad imprimere alla squadra un’identità definita. D’altronde il mercato non è stato progettato ad hoc per l’allenatore, figura considerata poco determinante dai piani apicali.
E a proposito dell’importanza di una guida carismatica: mentre il Milan naviga in acque torbide, il Napoli è a due curve dal cucirsi il tricolore sul petto proprio grazie ad un allenatore top.
De-milanizzazione
Così Zvonimir Boban ha recentemente definito (in un’intervista rilasciata sul canale YouTube di Milan Hello) il processo messo in atto dal Milan targato Cardinale.
Il tifo rossonero naviga in alto mare senza un faro che possa essere di riferimento. Hanno allontanato i Milanisti dal Milan: prima con Boban, e poi con la coppia Maldini e Massara.
Una scelta fatta per perseguire i propri interessi, che non erano condivisi dagli ultimi baluardi rossoneri.
Ed ecco che il senso di appartenenza è diventato sempre più sbiadito. Al momento nessuno rappresenta il Milan. A farlo è solo la casacca a strisce rosse e nere. Ed è per questo che il tifoso del Diavolo canta e si emoziona “solo per la maglia”.
I Responsabili
Additare le responsabilità ad un unico capro espiatorio, sarebbe superficiale. La disastrosa stagione rossonera ha diversi padri.
Ma si sa, quando il padrone zoppica, il servo non va dritto. I calciatori sono stati spesso protagonisti di prestazioni insufficienti, ma non sono mai stati messi nelle condizioni di lavorare con serenità.
Attorno al club di Via Aldo Rossi gravitano figurine fuori posto e la mancanza di competenza calcistica non è giustificabile per un club come il Milan.
Il futuro del Milan
La passione per il Milan si è affievolita come un fiore in autunno. Ora però i tifosi rossoneri aspettano la primavera, nella speranza che sia rigogliosa.
La caccia al Ds è partita. Notizia positiva, a patto che abbia la giusta libertà d’azione, altrimenti si tratterebbe di una mossa meschina, architetta dalla società per accontentare il popolo affamato con qualche briciola di pane.
Se nel presente rossonero regna il caos, il futuro è tutt’altro che prevedibile. In un’ equazione colma di incognite, l’unica certezza sono i tifosi. Perché finché ci saranno loro, ci sarà speranza.
