ESCLUSIVA, Igor Protti ha parlato a DoppioPasso Podcast delle differenze nelle difficoltà del far gol tra Serie A, B e C.
Igor Protti, storico bomber del calcio italiano, ha raccontato la sua esperienza a DoppioPasso Podcast, in un’intervista esclusiva per Calcio-sport.com.
L’ex attaccante di Lazio e Livorno ha svelato le differenze tra segnare in Serie A, B e C, ripercorrendo anche gli inizi della sua carriera.
[ESCLUSIVA] Igor Protti: da centrocampista ad attaccante, la svolta tattica
Protti ha iniziato rivelando un dettaglio curioso sul suo passato:
“Parto dicendo che io fino a 14-15 anni giocavo centrocampista. Poi un allenatore a Rimini che si chiamava Lazzaro Gaudenzi giocava col 4-3-3. Io ero un centrocampista un pochino offensivo, una via di mezzo tra centrocampista e trequartista. Lui non contemplava questo ruolo del trequartista, quindi mi spostò a fare l’attaccante e da lì ho sempre fatto quel ruolo, prima punta, seconda punta o attaccante esterno”.
Un cambio di ruolo che ha segnato la sua carriera e lo ha portato a scrivere la storia come unico calciatore capace di vincere la classifica cannonieri in tutte e tre le principali categorie italiane.
[ESCLUSIVA] Igor Protti: le differenze tra le categorie, difensori e compagni fanno la differenza
Parlando delle diverse difficoltà incontrate nelle varie categorie, Protti ha spiegato:
“Allora, i gol. La porta è sempre la stessa, Serie A, B o C le dimensioni son quelle. Il campo è sempre lo stesso. C’è una notevole differenza nella bravura dei difensori.
Che poi ai nostri anni, come ti avvicinavi all’area di rigore la difesa era sull’uomo. Oggi anche se l’attaccante entra in area di rigore la difesa è in funzione della palla e del compagno di reparto.
Diciamo che al tempo fare gol era molto più complicato.
Il vantaggio era quello: più salivi di categoria e più avevi compagni bravi nel farti la giocata nel modo e nel tempo giusto, ma difensori più forti. Più scendevi di categoria e magari la palla arrivava un po’ meno precisa e meno nei tempi, però i difensori avversari erano più deboli.
Quindi dovevi cercare di equilibrare le due cose e cercare di buttare questa benedetta palla dentro. Io ci sono riuscito in Serie A una volta, una volta in B e due volte in C”.
Un equilibrio non semplice da trovare, soprattutto quando si affrontano difensori di livello sempre più alto man mano che si sale di categoria.
[ESCLUSIVA] Igor Protti: il fattore psicologico: la vera differenza tra le categorie
Protti ha poi toccato un punto delicato, quello mentale, che spesso distingue gli attaccanti “di categoria” da quelli capaci di imporsi anche al livello più alto:
“Io credo che questo sia un aspetto abbastanza psicologico.
Se nel momento in cui cambi categoria hai inizialmente delle difficoltà e intorno cominciano a dire ‘Questo va bene per la B e non per la A. Questo va bene per la C e non per la A’, se tu mentalmente ti fai condizionare da queste voci e da queste cose, quando entri in campo entri non con la convinzione di essere all’altezza della situazione.
Io sono sempre stato dell’opinione che sia molto un fatto mentale/psicologico più che un fatto di capacità, perché un calciatore che fa 25-30 gol in Serie B in Serie A ne potrà fare 10-11-12. Ma se ne fa 25 in Serie B e poi in Serie A ne fa 1-2 secondo me è solo un discorso psicologico e non un discorso tecnico”.
Il confronto tra epoche: il calcio di ieri e di oggi
Infine, Protti ha offerto un paragone illuminante tra il calcio degli anni ’80 e quello attuale, usando Maradona come esempio: “Per ritornare al fatto della difficoltà dei tempi vi faccio un esempio chiaro.
Per capire quanto il calcio degli anni ’80 fosse complicato dal punto di vista della realizzazione e del fare gol, perché il modo di difendere è completamente cambiato: Maradona ha vinto la classifica cannonieri degli anni ’80 con 15 gol ed adesso la classifica cannonieri si vince con 30.
E parliamo del calciatore più forte di tutti i tempi, poi uno dice Maradona, l’altro Pelè… io dico Maradona. Però ha vinto la classifica marcatori con 15 gol, quindi fare gol era veramente dura”.
Un’analisi lucida che evidenzia non solo l’evoluzione tattica, ma anche come il modo di difendere abbia reso più o meno complicato segnare nelle diverse epoche calcistiche.
Igor Protti, con le sue parole, ha regalato uno spaccato autentico ed appassionato sul ruolo dell’attaccante, sulle sfide mentali e tecniche da affrontare, e su quanto il calcio sia cambiato nel corso degli anni.
Un bomber che ha fatto la storia e che continua a ispirare con la sua esperienza e la sua visione profonda del gioco.
Foto: Instagram Igor Protti.